La Parola

“Attingerete acqua con gioia alle sorgenti della salvezza”.

Salmo 62
1 Salmo. Di Davide, quando dimorava nel deserto di Giuda.
2 O Dio, tu sei il mio Dio, all'aurora ti cerco,
di te ha sete l'anima mia, a te anela la mia carne, come terra deserta, arida, senz'acqua.
3 Così nel santuario ti ho cercato, per contemplare la tua potenza e la tua gloria.
4 Poiché la tua grazia vale più della vita, le mie labbra diranno la tua lode.
5 Così ti benedirò finché io viva, nel tuo nome alzerò le mie mani.
6 Mi sazierò come a lauto convito, e con voci di gioia ti loderà la mia bocca.
7 Quando nel mio giaciglio di te mi ricordo e penso a te nelle veglie notturne,
8 a te che sei stato il mio aiuto, esulto di gioia all'ombra delle tue ali.
9 A te si stringe l'anima mia e la forza della tua destra mi sostiene.
10 Ma quelli che attentano alla mia vita scenderanno nel profondo della terra,
11 saranno dati in potere alla spada, diverranno preda di sciacalli.
12 Il re gioirà in Dio, si glorierà chi giura per lui, perché ai mentitori verrà chiusa la bocca

 “LA SETE DEL POPOLO D’ISRAELE”
1 «O voi tutti che siete assetati, venite alle acque;
voi che non avete denaro
venite, comprate e mangiate!
Venite, comprate senza denaro, senza pagare, vino e latte!
2 Perché spendete denaro per ciò che non è pane
e il frutto delle vostre fatiche per ciò che non sazia?
Ascoltatemi attentamente e mangerete ciò che è buono,
gusterete cibi succulenti!
3 Porgete l'orecchio e venite a me;
ascoltate e voi vivrete;
io farò con voi un patto eterno,
vi largirò le grazie stabili promesse a Davide.
Se qualcuno ha sete, venga a me e beva chi crede in me. Come dice la Scrittura: dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva”. “ Questo egli disse dello Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui.” 

“Il popolo soffriva la sete per mancanza di acqua; allora Mosè invocò l’aiuto del Signore”.

Il ritrovamento di Mosè nel fiume Nilo e poi il POPOLO nel deserto guidato da MOSÈ  che fa scaturire l’acqua dalla roccia e raccoglie la manna per dissetare e sfamare il popolo d’Israele, ricorda questo passo: 

Isaia 55:1-3
La salvezza è per tutti

“L’acqua che gli darò diverrà in lui una sorgente di acqua che zampilla verso la vita eterna”.

“LA SETE DI VITA”
Dal libro del profeta Ezechiele   47, 1.5-7; 9. 12
Mi condusse poi all’ingresso del tempio e vidi che sotto la soglia del tempio usciva acqua verso oriente. Quell’acqua scaturiva sul fianco destro. Era un fiume che non potevo attraversare, perché le sue acque erano cresciute, erano acque navigabili, un fiume da non potersi passare a guado. Poi mi fece ritornare sulla sponda del fiume; voltandomi vidi che sulla sponda del fiume vi era una grandissima quantità di alberi da una parte e dall’altra. Mi disse: “Ogni essere vivente che si muove dovunque arriva il fiume vivrà, il pesce vi sarà abbondantissimo, perché quelle acque dove giungono, risanano, e là dove giungerà il torrente tutto rivivrà. Lungo il fiume, su una riva e sull’altra, crescerà ogni sorta di alberi da frutto, le cui fronde non appassiranno: i loro frutti non cesseranno e ogni mese matureranno, perché le loro acque sgorgano dal santuario. I loro frutti serviranno come cibo e le foglie come medicina”.

Per la riflessione
La visione del tempio escatologico, da dove esce un’acqua tranquilla è figura dell’unico tempio in cui gli uomini adoreranno Dio in Spirito e verità. E’ Cristo il tempio, è Cristo l’acqua viva, quella che risana tutto ciò che lambisce. E’ dal suo fianco trafitto che scaturisce l’acqua, simbolo profetico del dono dello Spirito e delle acque del Battesimo. Il fiume che sgorga dal tempio è datore di vita, tutto quanto cresce sulle sue sponde non conoscerà la morte e tutto ciò che in lui si muove riceve la vita che non finisce. Oggi questa parola si è fatta evento per noi che l’abbiamo ascoltata, oggi il Signore entra, come acqua che purifica risana e dà vita, nella nostra storia, oggi dobbiamo accogliere la salvezza.

LA SAMARITANA e GESU’ AL POZZO  “LA SETE DI VERITA ”  
“Chi beve dell'acqua che lo gli darò, non avrà mai più sete”

Vangelo di Giovanni 4,1-14:
1 Quando il Signore venne a sapere che i farisei avevano sentito dire: Gesù fa più discepoli e battezza più di Giovanni 2 - sebbene non fosse Gesù in persona che battezzava, ma i suoi discepoli -, 3 lasciò la Giudea e si diresse di nuovo verso la Galilea. 4 Doveva perciò attraversare la Samaria. 5 Giunse pertanto ad una città della Samaria chiamata Sicàr, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: 6 qui c'era il pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno. 7 Arrivò intanto una donna di Samaria ad attingere acqua. Le disse Gesù: «Dammi da bere». 8 I suoi discepoli infatti erano andati in città a far provvista di cibi. 9 Ma la Samaritana gli disse: «Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani. 10 Gesù le rispose: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva». 11 Gli disse la donna: «Signore, tu non hai un mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest'acqua viva? 12 Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?». 13 Rispose Gesù: «Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; 14 ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna».

I LAVORATORI DELLA VIGNA  “ LA SETE DI LAVORO”
“Vieni a lavorare nella mia vigna” 
“gli ultimi saranno i primi e i primi gli ultimi”

Vangelo di Matteo 20,1-16
« Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Accordatosi con loro per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano sulla piazza disoccupati e disse loro: Andate anche voi nella mia vigna; quello che è giusto ve lo darò. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano là e disse loro: Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi? Gli risposero: Perché nessuno ci ha presi a giornata. Ed egli disse loro: Andate anche voi nella mia vigna.
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: Chiama gli operai e dà loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensavano che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero un denaro per ciascuno. Nel ritirarlo però, mormoravano contro il padrone dicendo: Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse convenuto con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te. Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono? Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi »

LA PARABOLA DEGLI INVITATI AL BANCHETTO DI NOZZE “LA SETE DI FELICITA’ E CONDIVISIONE”
“Venite a me voi tutti che siete stanchi e oppressi e io vi darò sollievo”

Vangelo di Luca 14,16-24
« Gesù rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All'ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: Venite, è pronto. Ma tutti, all'unanimità, cominciarono a scusarsi. Il primo disse: Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego, considerami giustificato. Un altro disse: Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego, considerami giustificato. Un altro disse: Ho preso moglie e perciò non posso venire. Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al padrone. Allora il padrone di casa, irritato, disse al servo: Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui poveri, storpi, ciechi e zoppi. Il servo disse: Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c'è ancora posto. Il padrone allora disse al servo: Esci per le strade e lungo le siepi, spingili a entrare, perché la mia casa si riempia. Perché vi dico: Nessuno di quegli uomini che erano stati invitati assaggerà la mia cena». »   (Luca 14,16-24)

LA FESTA DELLA CAPANNE “CHI HA SETE…VENGA A ME E BEVA”
“Lasciate che i piccoli vengano a me”

Vangelo di Giovanni 7, 37-39
37 Nell'ultimo giorno, il giorno più solenne della festa, Gesù stando in piedi esclamò: «Se qualcuno ha sete, venga a me e beva. 38 Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, fiumi d'acqua viva sgorgheranno dal suo seno». 39 Disse questo dello Spirito, che dovevano ricevere quelli che avrebbero creduto in lui; lo Spirito, infatti, non era ancora stato dato, perché Gesù non era ancora glorificato.
Sono le stesse parole che egli ha proclamato in modo solenne proprio nel settimo e ultimo giorno della festa delle Capanne, la festa giudaica più importante nella quale il popolo d’Israele esprimeva la sua gratitudine a Dio per il dono della terra promessa dopo che per 40 anni aveva peregrinato nel deserto.
Cosa succedeva in questa festa?
Il popolo costruiva delle capanne di canne e di rami di alberi e per 7 giorni vi abitava. Inoltre in ciascuna delle sette mattine della Festa, scendeva processionalmente alla fonte di Siloe e, mentre il sacerdote riempiva d’acqua una brocca d’oro tutti ripetevano in coro il versetto di Isaia (12,3) che dice: Attingeremo acqua con gioia alle sorgenti della salvezza”. Sempre processionalmente, portando in mano i ramoscelli e un limone e cantando i salmi 113 e 118 (“Celebrate il Signore perché è buono, perché la sua bontà dura in eterno)”, tutti salivano nuovamente al tempio. Raggiunto l’altare degli olocausti la folla agitando il lulab(fascio di ramoscelli) vi girava attorno e cantava alcuni versetti del salmo 118: Questo è il giorno che il Signore ci ha preparato, festeggiamo e rallegriamoci”. Il sacerdote poi saliva gli scalini dell’altare e versava dell’acqua in un imbuto d’argento, e l’acqua scorreva per terra. Il settimo giorno, il popolo girava attorno all’altare per sette volte.
Gioia, acqua, vita, gratitudine segnavano e caratterizzavano questi giorni e inondavano con abbondanza il loro vissuto.
E’ a questo punto, in questa circostanza così solenne e sconvolgente per i giudei presenti, che Gesù ritto in piedi proclama e dichiara non solo di essere una, ma l’autentica sorgente di acqua viva: Se qualcuno ha sete venga a me e beva”.
A tale sorgente possono dissetarsi e possiamo dissetarci tutti i credenti in lui. Non possiamo dimenticare che in quel contesto come nei nostri contesti, in quel tempo come nel nostro tempo, dire acqua equivaleva ed equivale a dire vita”. Dove scorre acqua”, lì vi è vita! Dove ci sono pozzi d’acqua, fiumi, laghi (per coltivare la terra e vivere in modo dignitoso), lì da sempre si sono insediate le popolazioni e si sono avviati agglomerati umani. La vita .. la nostra vita dipende dall’acqua! Una consapevolezza da non perdere mai!
Non solo dal punto di vista umano, ma anche credente! Gesù quindi afferma chiaramente e ci ricorda come la nostra vita “dipenda” da Lui, Dalla sua bontà, dal suo amore. È da Lui - dal suo grembo, ossia dalla sua intimità più profonda- che sgorgano fiumi di acqua viva. Solo da Lui scaturiscono abbondanza e vitalità.
Si attua quanto dice il cap.1 del Libro dei Proverbi: “Chi ha sete, chi vuole pienezza di vita e di felicità, può rivolgersi a Lui”. Ma chi è questa acqua viva? Chi sono questi fiumi di acqua viva? E’ lo Spirito.
Gesù quindi attraverso quelle parole afferma non solo che la nostra vita dipende da Lui ma anche che l’acqua viva da Lui effusa è lo Spirito Santo. Afferma quindi che lo Spirito è dono, dono che proviene da Lui e che noi possiamo solo accogliere e ricevere, nella misura in cui abbiamo fede – fiducia in Lui, nella misura in cui cresciamo nella nostra relazione con Lui.
Ma non si ferma qui.
Gesù ci dice che lo Spirito è come un fiume, anzi come tanti fiumi. Lo Spirito è portatore di acqua, cioè di abbondanza e vitalità. Lo Spirito è abbondanza e vitalità, è fecondità. Noi affermiamo e professiamo infatti nel credo che lo Spirito è Signore e dà la vita. Senza di esso, la nostra vita rischia di essere arida, misera, miope Lui è portatore e apportatore di colore, forza, intensità. E’ Lui che rende la nostra vita umana e cristiana feconda e piena. Lui si oppone all’apatia della fede e ci feconda nuovamente se siamo in preda all’indifferenza. Lui risponde alla nostra sete di infinito.
Nel nostro errare e peregrinare verso la terra promessa, non perdiamo mai la consapevolezza che Gesù è la vera sorgente di acqua viva. Non perdiamo mai la consapevolezza che la nostra vita dipende da Lui. Non manchi il nostro “grazie” per il dono del Suo amore e della terra. Invochiamo e accogliamo il dono del Suo Spirito, fiume che irrompe in noi, nella Chiesa e nel mondo … portatore della Sua abbondanza e della Sua vita.  E carichi di questo dono, possano sgorgare dal nostro grembo fiumi di acqua viva: possano riversare nel cuore e nella vita di chi incontriamo colore, forza, vitalità!

“Chi beve dell’acqua che gli darò non avrà mai più sete”.